Terapia E.M.D.R

L’Eye Movement Desensitization and Reprocessing, in italiano desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari, è una modalità di intervento psicoterapeutico molto efficace che accelera il processo di elaborazione degli eventi disturbanti e traumatici, facilitando la guarigione effettiva dai disturbi psicologici ed emotivi.

Scoperto per caso da Francine Shapiro ed in seguito validato da molti studi e ricerche scientifiche, alcune delle quali effettuate anche presso il CNR in Italia, inizialmente veniva utilizzato prevalentemente per curare problemi  psicologici provocati da eventi traumatici, vale a dire quel tipo di eventi che possono mettere in pericolo l’incolumità e il senso di sicurezza delle persone (catastrofi  naturali,  lutti, incidenti, violenze subite o viste) che vengono definiti traumi con la “T”. In particolare, quindi, l’EMDR è molto efficace per curare i sintomi  legati al Disturbo da stress post traumatico (PTSD).
In un secondo momento la pratica clinica ed una serie di ricerche sperimentali ne hanno messo in evidenza l’efficacia anche per problematiche psicologiche di altra natura, non necessariamente legate ad episodi traumatici gravi, definibili come traumi con la “t”, disagi anche lievi ma protratti nel tempo, a comportamenti di cura inefficaci, quali trascuratezza o mancanza di sintonizzazione, a problematiche legate allo stile genitoriale o a sofferenze infantili non elaborate. Tutti fattori che possono produrre una sintomatologia psicopatologica (per es. ansia, panico, fobie, depressione, disturbi di personalità, disturbi del comportamento alimentare, dipendenze, ecc..).

Quindi, di fronte a traumi con la “T” acuti o a traumi “t”, più lievi ma reiterati nel tempo, nella mente del soggetto che ne è esposto, si crea una sorta di blocco, uno stato di disequilibrio a livello emotivo e comportamentale che si manifesta in un’incapacità a vivere la propria vita in maniera armoniosa ed appagante.


L’EMDR, attraverso la stimolazione bilaterale dovuta ai movimenti oculari e alla focalizzazione dell’attenzione sia sul ricordo traumatico o disturbante che sul momento presente, consente la ripresa dell’elaborazione delle informazioni e l’attivazione di circuiti cerebrali diversi da quelli ricorsivi implicati nella risposta traumatica o psicopatologica. In questo modo la rete neurale che imprigiona i ricordi negativi si sblocca e questi vengono integrati in una rete più estesa.
I ricordi traumatici possono essere così elaborati e la persona può godere di un maggior benessere emotivo e di una più ampia libertà comportamentale.